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giovedì 2 aprile 2015
di Silvia Di Paola
LA SCELTA ETICA DI PLACIDO
Un film che racconta come si può reaglire alla violenza con l’amore. Protagonisti Raoul Bova e Ambra
Quando la scelta è tutta della donna. Contro tutti e tutto. Oggi così come nel secolo scorso. Luigi Pirandello scriveva nell’anno 1919 e Michele Placido trae dalle sue pagine un film in chiave moderna ma, come spiega il regista-attore: “Non ho pensato a fare un film sull’aborto o sulla scelta del padre biologico, ho solo ritrovato questo testo poco noto di Pirandello, centrato su una donna straordinaria
Quando la scelta è tutta della donna. Contro tutti e tutto. Oggi così come nel secolo scorso. Luigi Pirandello scriveva nell’anno 1919 e Michele Placido trae dalle sue pagine un film in chiave moderna ma, come spiega il regista-attore: “Non ho pensato a fare un film sull’aborto o sulla scelta del padre biologico, ho solo ritrovato questo testo poco noto di Pirandello, centrato su una donna straordinaria che fa una scelta maternale, una scelta per la vita a prescindere dall’uomo che è sempre meno capace di conservare la vita, una scelta etica perchè è la donna quella che sceglie che il mondo deve continuare nonostante tutto. E non parlo certo da cattolico. Così mi sono innamorato di questo testo (su cui Ronconi si era messo a lavorare prima di morire) ma, siccome non volevo farne un film di nicchia, ho voluto un cast di star popolari e ho scoperto Ambra e i suoi toni drammatici”.

Ed è La scelta (da oggi nei cinema), protagonisti Raoul Bova, Valeria Solarino e una Ambra sempre in scena, lacerata e dura insieme, oggetto di violenza ma resistente alla violenza. A suo modo.
Come lei racconta: ”E’ una donna che subisce uno stupro, resta incinta e non sa se il bambino,atteso da anni, è del marito o meno. Ma che non è una vittima,decide di smetterla di subire e far subire,per questo non denuncia e va oltre. E’ coraggiosa, libera e coglie l’occasione di un incidente orribile per farsi domande che gli altri non si fanno. E la cosa più grandiosa è che mette anche il marito nelle condizioni di farsele e di uscire dal cliché del maschio che lascia il suo marchio sulla donna e non vuole accettare il figlio di un altro. L’ho capita profondamente. Ho condiviso il suo voler uscire dalla fila, decidere una cosa diversa dagli altri".

"Ho ragionato su quella parte di donne violentate che scelgono di non resistere perché finisca presto. Ho cercato di capire perchè la mia donna voleva non essere identificata con la donna violentata e basta” spiega l’attrice.
E il punto è questo anche per Bova: “E’ proprio questo che è molto contemporaneo ed è necessario un film che getti un fascio di luce sulla contemporanea violenza subita che segna una donna per sempre ma che diventa una prigione anche quando una donna vorrebbe andare oltre e superarla. Interpretando il mio personaggio mi son reso conto di come vivevo in simbiosi i passaggi umorali della donna protagonista. E l’ho amato  perchè alla fine accetta un figlio non suo. Non è facile per un uomo... E non illudiamoci: da Pirandello ad oggi le cose sono cambiate, le donne sono sostenute da associazioni, denunciano ma la violenza continua. Direi che questo è un film che parla di come si può reagire alla violenza con l’amore, cosa difficilissima”.

 
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