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giovedì 12 febbraio 2015
di Claudio Fontanini
Cinquanta sfumature di grigio
Non convince il primo capitolo della trilogia tratta dal bestseller erotico di E. L. James
Cinquanta sfumature di grigio. O di noia? Il dilemma, non certo amletico, arriva puntuale dopo la visione dell’adattamento cinematografico del bestseller di E.L.James, diventato fenomeno globale (perché?) con cento milioni di libri venduti in tutto il mondo (più di 3.500.000 copie solo in Italia…).
Ed ecco, inevitabile e strombazzato, il primo capitolo della trilogia erotica portato sullo schermo da Sam Taylor-Johnson (Nowhere Boy) che attenua la scabrosità del romanzo facendo di quella che doveva essere una storia di sesso sfrenato ed emancipazione femminile una bieca educazione sessuale (lei è vergine) mascherata da storia d’amore.

Giovane studentessa universitaria di letteratura inglese, Anastasia (Dakota Johnson, nemmeno un briciolo della sensualità materna di Melanie Griffith) sostituisce la coinquilina giornalista in una intervista al bello e maledetto Christian Grey (lo statuario e inespressivo Jamie Dornan) miliardario solitario ed elegante che nasconde un oscuro passato. Fra domande e risposte scocca la scintilla.
Arrivano regali costosi, vestiti nuovi e voli in elicottero di notte. Peccato che quell’uomo non sia fatto per le storie d’amore rose e cene a lume di candela ed ecco spuntare un accordo di riservatezza con il quale lui chiede a lei prestazioni straordinarie.

Per pinze da genitali e divaricatori anali serve il consenso di una sottomessa ma, è ovvio, chi vive d’amore (lei) spera di cambiare l’altro e così prima della firma, il film si dispiega per oltre un’ora in una estenuante gioco di sguardi e ammiccamenti che finisce per dilapidare il potenziale sottotesto.
Perché in fondo è in ballo il potere attraverso l’apparente abbandono del controllo ma alla regista (e alla sceneggiatura di Kelly Marcel) tutto questo sembra colpevolmente non interessare. Business e frasi fatte (“Non sono l’uomo per te, devo lasciarti andare…”), suonate di pianoforte al chiar di luna dopo amplessi furiosi, frustate al ralenty, e qualche lampo di comicità involontaria (“C’è la X Box?” chiede ingenua Anastasia a Grey prima che le apra la stanza dei giochi sadomaso) per un sesso o esse patinato (ottime le scenografie di David Wasco e la fotografia di Seamus McGarvey) e dimenticabile.

Nelle sale dal 12 febbraio distribuito da UNIVERSAL

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http://www.universalpictures.it
 
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