Keanu Reeves è tornato come protagonista di un solido film d’azione che però ha una storia credibile anche quando l’atmosfera, rarefatta e cupa, dà al tutto un alone di futuro prossimo venturo. Lo spunto non è nuovo ma è correttamente aggiornato (ai gusti del pubblico e alla società contemporanea) perché si tratta in fin dei conti di terribile vendetta, della resa dei conti di un ex killer professionista ritiratosi a vita privata - ma non è facile - e, probabilmente, in cerca di redenzione.
Scritto da Derek Kolstad – con un occhio a Hong Kong e l’altro alla Hollywood del nuovo millennio – e prodotto da Basil Iwanyk e David Leitch (anche co-regista con Chad Stahelsi, ed entrambi provenienti dal mondo degli stuntmen, quindi realizzatori e coreografi delle scene d’azione), l’attrice Eva Longoria e Michael Witherill, John Wick è destinato a chi ama i thriller d’azione iperrealistico, tant’è che è ambientato in una New York pressoché irriconoscibile, dominata da criminalità e violenza gratuita.
Dopo l’improvvisa morte della moglie, John Wick (Reeves, naturalmente) riceve dalla donna amata un ultimo regalo: un dolcissimo cucciolo di Beagle, accompagnato da un biglietto che lo esorta a non dimenticare mai come si fa ad amare. Ma il profondo lutto dell’uomo viene presto interrotto, quando la sua mitica Boss Mustang del 1969 attira l’attenzione del sadico e giovane malvivente Josef Tarasof, figlio di un potente capo mafioso di origine russa.
Dato che John non intende separarsi dalla macchina neanche a pagamento, Josef e i suoi scagnozzi fanno irruzione nella sua casa, picchiano John fino a fargli perdere i sensi, rubano l’auto e uccidono senza pietà il cucciolo. Ma la banda non sa di aver risvegliato uno dei più crudeli assassini che la malavita abbia mai conosciuto, tanto da diventare una leggenda. La ricerca della macchina rubata a questo punto è solo la molla che scatenerà la sua spietata vendetta, in una New York davvero sconosciuta ai più, una metropoli abitata da una ricca e feroce comunità che si muove nell’ombra – c’è addirittura un hotel che ospita solo killer professionisti – e per la quale John Wick è stato a lungo il killer più letale.
Scoperto che il suo aggressore non è altri che il figlio del boss Viggo Tasarov (l’attore svedese Michael Nyqvist, lanciato internazionalmente dalla saga Uomini che odiano le donne), un tempo il suo datore di lavoro, John dà inizio alla sua rivincita, però Viggo offre una ricca ricompensa a chiunque riesca a fermarlo, attirando in città un vero e proprio esercito di mercenari pronti a tutto pur di scovarlo. E John sarà costretto a ridiventare quella macchina di morte che una volta tutti temevano. Un teso e coinvolgente thriller d’azione che non deluderà gli appassionati ma nemmeno chi ama i film di genere che non trascurano ambienti e personaggi, e offrono anche forti emozioni. Non è un caso se Leitch, negli anni ’90, ha lavorato con Brad Pitt (da “Fight Club” a “Troy”) e con lo stesso Reeves per “Matrix”. Il loro action movie è in bilico – ma non cade – fra i prodotti orientali e americani. Nel cast anche Willem Dafoe (Marcus, ex collega e amico), Alfie Allen (Josef Tarasov), Adrianne Palicki (Ms. Perkins), Dean Winters (Avi), Omer Barnea (Gregori), Bridget Moynahan (Helen), Ian McShane (Winston) e John Leguizamo (Aurelio).
Nelle sale italiane dal 22 gennaio distribuito da M2 Pictures |