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giovedì 20 novembre 2014
di José de Arcangelo
ADIEU AU LANGAGE
Il maestro Jean-Luc Godard fa i conti con le nuove tecnologie, infrangendo le regole del cinema
Dopo cinquant’anni di carriera e ad oltre ottant’anni (il 3 dicembre ne compirà 84) Godard è sempre Godard, anzi con “Adieu au langage” colpisce ancora nel segno. Il suo cinema ‘sperimentale e provocatorio’ non cambia, appunto, si adegua, forse, ai tempi ma continua a ‘infrangere le regole’ del cinema come fin dalla sua, folgorante, opera prima “Fino all’ultimo respiro” (1960)
Dopo cinquant’anni di carriera e ad oltre ottant’anni (il 3 dicembre ne compirà 84) Godard è sempre Godard, anzi con Adieu au langage colpisce ancora nel segno.
Il suo cinema ‘sperimentale e provocatorio’ non cambia, appunto, si adegua, forse, ai tempi ma continua a ‘infrangere le regole’ del cinema come fin dalla sua, folgorante, opera prima Fino all’ultimo respiro”(1960), un film che davvero toglieva il fiato allo spettatore rivoluzionando il cinema mondiale, partendo proprio dal linguaggio cinematografico.
Vero apripista della Nouvelle Vague – insieme al François Truffaut dei 400 colpi - Jean-Luc Godard è stato uno degli autori più prolifici (con Claude Chabrol) e indiscussi della (anti)scuola francese che metteva in discussione il ‘cinema di papà’ rivisitando i generi (da Made in Usa ad Alphaville) o ispirandosi e citando classici della letteratura (Questa è la mia vita da Nanà di Emile Zola, a Il disprezzo da Alberto Moravia) per finire negli anni Settanta nel cosiddetto cinema militante (da Due o tre cose che so di lei a La cinese).

Premio della Giuria al Festival di Cannes, Addio al linguaggio fin dal titolo fa i conti con le nuove tecnologie partendo appunto dal 3D usato volutamente in modo disturbante e dissacratorio per lo spettatore che deve, come di consueto, essere attento al getto continuo di immagini e parole (riferimenti e citazioni, ora letterarie ora filosofiche).
Fedele al suo principio per cui la sceneggiatura non è che una scaletta, un soggetto di poche righe, e perciò va scritta sul set, è impossibile raccontare una ‘trama’ che in realtà non c’è, ma quello che conta sono i personaggi (le persone) che pian piano compaiono, compiono delle azioni e dicono delle cose.

In questo caso, una donna sposata e un uomo s’incontrano, fanno l’amore, discutono, volano i pugni (quasi sempre nudi); poi compare un altro uomo, parallelamente un cane percorre la città e la campagna, le stagioni passano, l’uomo e la donna s’incontrano di nuovo, l’ex marito distrugge tutto e, forse, un secondo film comincia… “eppure no, dal genere umano si passa alla metafora, finirà con degli abbaiamenti e dei pianti di neonato”, Godard dixit.
Il tutto (in 70’) scritto, narrato, diretto e montato dallo stesso maestro che passa dalla realtà alla metafora, dalla razza umana alla modernità, introducendo il film con una scena in cui tutti o quasi sono alle prese con un pullulare di cellulari, ipod, tablet, tranne che parlare fra loro, e si procede citando personaggi e artisti illustri, da Proust a Mary Shelley, da Duchamp a Monet. Non solo.

Certamente si tratta ancora e sempre di un ‘film d’autore’ e chi non ama il vecchio maestro né il suo cinema, o chi non vuole essere ‘trasportato’ in un viaggio che costringe lo spettatore a diventare attivo e riflessivo, ad interpretare e pensare di fronte ad un continuo fluire di immagini (dalla dissolvenza alla sovrapposizione) ed idee, è costretto ad evitare.
Come dice lo stesso Godardrinunciate alla libertà ed ogni cosa vi sarà restituita”. Forse. Il cinema (linguaggio) è morto, viva il cinema (di Godard).
Nel cast Héloise Godet (Josette), Kamel Abdeli (Gédéon), Richard Chevalier (Marcus), Zoé Bruneau (Ivitch), Jessica Erickson (Mary Shelley), Alexandre Païta, Jean-Philippe Mayerat, Florence Colombani, Nicolas Graf, Christian Gregori (Davidson), Marie Ruchat, Jeremy Zampatti, Daniel Ludwig, Gino Siconolfi, Isabelle Carbonneau, Alain Brait, Stéphane Colin, Bruno Allaigre.

Nelle sale italiane dal 20 novembre distribuito da Bim Film
(a Roma in 2D, a Milano, Firenze, Bologna in 3D, e a Torino dal 1° dicembre in 3D)



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http://www.bimfilm.com

 
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