Liberamente ispirata al breve romanzo omonimo del Premio Nobel Grazia Deledda, La madre è l’opera prima di un affermato attore e regista teatrale, Angelo Maresca, che arriva nei cinema italiani dopo la partecipazione a varie festival internazionali (da Palm Beach a Villerupt) e reduce dell’anteprima al Taormina Film Fest. Sorprendente dal punto di vista formale e sostenuto da una grande interpretazione della spagnola Carmen Maura (divenne famosa con i film di Almodovar, da Cosa ho fatto per meritarmi questo a Donne sull’orlo di una crisi di nervi), l’opera - sebbene racconti di rapporti e sentimenti – risulta in fin dei conti gelida, tant’è che fatica a coinvolgere lo spettatore fino in fondo.
Paolo (Stefano Dionisi), devoto sacerdote di un moderno quartiere romano, incontra Agnese (Laura Baldi), una bellissima donna, e se ne innamora perdutamente. La madre, Maddalena (Carmen Maura), tanto possessiva quanto morbosa, cerca con ogni mezzo di separarli, perché ‘l’intrusa’ rappresenta la tentazione distruttrice e maligna. Diviso tra momenti di fede e abnegazione, e altri in cui si lascia andare e rinnega tutto in nome dell’amore e della passione carnale, Paolo dovrà scegliere tra Agnese, che gli offre la possibilità di una nuova (vera) vita, e la madre che vive sulla sua pelle i tormenti del figlio e quelli del suo traumatico passato.
Non a caso il film è ambientato in un fantasmagorico Eur – già sconvolgente scenario per Michelangelo Antonioni e Dario Argento – ma, nonostante la bellezza delle immagini e il giusto uso degli scenari, è questa fredda ambientazione contemporanea a non essere del tutto adatta alla rilettura moderna di una storia rurale, provinciale, che un secolo fa rappresentava la mentalità e i sentimenti di un’Italia che, forse, non esiste più, men che meno in una metropoli. “Le atmosfere e le suggestione rarefatte della Deledda – dice Maresca -, ambientate nella Sardegna dei primi del Novecento, mi hanno ispirato a cambiare l’ambientazione della storia, portandola ai giorni nostri in un luogo completamente metafisico".
"Ho ritenuto che una storia avvenuta nel lontano 1920, potesse essere più interessante collocarla in un futuro più prossimo ma non ben definito, vista l’attualità della tematica di cui parla la vicenda, ossia il dilemma (eterno ndr.) del confine tra il bene e il male, nel senso profondamente cristiano”. Peccato che proprio l’atmosfera finisca per offuscare la riflessione morale e psicologica che sono alla base del romanzo, e vero contenuto del film. Resta comunque un dramma tecnicamente ineccepibile da gustare soprattutto visivamente, quasi come un fotoromanzo artistico, bellissimo ma senz’anima. Nel cast anche Luigi Maria Burruano nel ruolo di Don Quirico, uno dei ‘fantasmi’ del passato di Maddalena. E’, naturalmente, da segnalare la fotografia di Vittorio Omodei Zorini che ricrea le architettura dell’Eur con maestria. Le musiche sono di Francesco de Luca e Alessandro Forti.
Nelle sale italiane dal 10 luglio distribuito da Microcinema |