Accoglienza tiepida e qualche fischio, nonostante il finale pieno di pathos, alla proiezione stampa di Grace di Monaco. Il film di Olivier Dahan ha aperto ieri sera in prima mondiale la 67ma edizione del festival di Cannes disertata dai Grimaldi che non hanno gradito la pellicola sulla principessa-attrice
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Ecco cosa ha detto in conferenza stampa, prima della proiezione ufficiale, l’attrice Nicole Kidman sul personaggio complesso e ricco di sfumature di Grace Kelly: ’’L’ho rispettata, ho provato a pensare a cosa provava in certe occasioni, a come reagiva e a come doveva comportarsi. Dopo tanto approfondire la sua vita, con i film interpretati, le immagini d’archivio, le letture, mi sono sentita Grace. E’ stato diverso da tutti i ruoli di persone reali che avevo interpretato prima perché qui c’era una leggenda’’.
Quarantasei anni portati con leggerezza, luminosa star hollywoodiana proprio come lo fu, ai tempi d’oro, l’algida Grace quando frequentava i set di Alfred Hitchcock (Finestra sul cortile e Caccia al ladro), la Kidman sottolinea lo spessore dato al personaggio e la profondità data al suo lavoro. E, rispetto al gran rifiuto dei Grimandi che hanno sconfessato la pellicola e disertato Cannes, confida: ’’Sono davvero triste per la reazione della famiglia del principe di Monaco. E’ terribile, abbiamo rispettato Grace e i Grimaldi. Però allo stesso tempo capisco Alberto, Carolina e Stephanie: vogliono proteggere la privacy e la memoria del padre e della madre. Posso solo aggiungere che non c’era alcuna intenzione malevola e che quello che gli spettatori potranno vedere al cinema è la love story dei loro genitori’’.
E in fondo, è proprio questo che traspare nel film. Anche se alla fine, la vita di Grace si rivela la fiaba triste di una donna che vorrebbe essere altrove, che sogna in segreto di tornare al set, alla recitazione, al sogno. Emerge il ritratto di una donna insofferente al protocollo e in crisi sentimentale con Ray (come lei chiama lui) a sua volta in grande imbarazzo per l’anticonformismo americano con cui la moglie gestisce fatti pubblici e privati. Un pò quella che fu la storia di Diana Spencer con Carlo d’Inghilterra. Solo che qui, ad aggravare le cose, c’è anche la gestione artistica di un personaggio ’scomodo’: la sorella del principe Ranieri, Antoinette, allontanata dal regno perché spia al servizio dei gollisti di Francia. "C’è un contesto politico di cui si tiene conto e la sua rielaborazione funzionale alla storia’’ ha detto il regista Olivier Dahan in conferenza stampa. Ma non è bastato. (Fonte Ansa)
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